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Codurelli: “Il governo tace su Vik Arrigoni”

Lecco - Lucia Codurelli vuole spezzare il mutismo del governo ad un anno dall'assassinio di Vik Arrigoni (foto): con altri parlamentari ha presentato una interrogazione su quello che definisce "il silenzio assordante delle istituzioni".

ISTITUZIONI ZITTE. “In questi giorni - ricorda il deputato del Pd, a poco meno di un anno dal brutale assassinio di Vittorio Arrigoni in Palestina, volontario pacifista dell'associazione Ism (International solidarity movement) la mamma e la sorella hanno denunciato il silenzio assordante delle istituzioni. L’udienza per il processo avrebbe dovuto tenersi il 19 marzo, ma il pericolo di bombardamenti su Gaza ha spinto l'autorità giudiziaria a rinviare l'udienza al prossimo 2 aprile. Sembrava che tutto si svolgesse celermente, che il procedimento potesse chiudersi in tempi brevi, ma poi tra un rinvio e l'altro sono già passati quasi sei mesi, senza avere ad oggi alcuna novità".

OTTENERE GIUSTIZIA. "Mi associo - prosegue - alla denuncia fatta dalla madre e dalla sorella di Arrigoni nel sottolineare con forza la ferma volontà di ottenere giustizia, senza alcuno spirito di rivalsa e al contempo nel condannare la pena di morte, eventualità che si profila nei confronti dei 4 giovani alla sbarra per l'uccisione di Vittorio. La richiesta di giustizia, inviata dalla famiglia ai ministri competenti nonché al presidente Napolitano non ha ancora sortito alcun effetto, solo mesi di totale silenzio ad eccezione del ministro Severino che ha avuto qualche parola di conforto".

NESSUN CONTATTO. "Nessuno - spiega Codurelli - ha preso contatti con la famiglia nei mesi successivi alla sua uccisione, nemmeno per garantire un sostegno durante il complicato percorso processuale. Per questo abbiamo deciso di presentare due interrogazioni, una alla Camera (Codurelli, Giulietti, Cuerlo, Pollastrini, Concia e Zampa) e una al Senato (Vita, Amati, Di Giovan Paolo, Maritati, Nerozzi, Rusconi, Soliani) al ministro degli Esteri per chiedere un impegno affinchè il Governo si adoperi perchè lo svolgimento del processo avvenga in tempi rapidi e sia garantita la rappresentanza della famiglia”. 

Interrogazione al Ministro degli esteri, al Ministro della giustizia

Premesso che:

il 15 aprile 2011 Vittorio Arrigoni, volontario presso l’ong “ISM, International Solidarity Movement” e reporter italiano viene ucciso a Gaza da un gruppo estremista salafita della “Brigata dei Valorosi Compagni del Profeta Mohammed bin Moslima”;
a quasi un anno dalla scomparsa e a distanza di svariati mesi dall'avvio del processo per fare luce sull'uccisione,
avviato lo scorso settembre, la conclusione del procedimento sembra essere lontana;
alle udienze la famiglia Arrigoni è rappresentata dal movimento P.C.H.R., Palestinian center for human rights;
non è sempre consentito ai suoi esponenti di intervenire durante i dibattimenti;
solo in occasione di una delle ultime udienze il movimento ha potuto dare pubblicamente lettura di una missiva scritta da
Egidia Beretta e da Alessandra Arrigoni, mamma e sorella di Vittorio Arrigoni; nella lettera le due donne esprimevano la totale condanna verso la pena di morte, eventualità che si profila nei confronti dei quattro giovani alla sbarra per l'uccisione di Vittorio Arrigoni;
la famiglia Arrigoni ha inviato la lettera anche ai Ministri interrogati, oltre che al Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano;
per motivi di "sicurezza" è stata cancellata l'udienza nell'ambito del processo per l'omicidio dell’attivista italiano. Il
pericolo di bombardamenti (Gaza si trova da giorni ''sotto l'assedio'' di Israele) ha spinto l'autorità giudiziaria a rinviare l'udienza al prossimo 2 aprile;
i mesi sin qui trascorsi dalla morte di Vittorio Arrigoni sono stati caratterizzati da un totale silenzio da parte degli
esponenti del Governo;
secondo Egidia Beretta, madre dell’attivista “Nessuno ha preso contatti con la famiglia nei mesi successivi all'uccisione,
nemmeno per garantire un sostegno durante il complicato processo”;

si chiede di conoscere:

quali iniziative i ministri interrogati intendano adottare, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze,  al fine di fare piena luce sui fatti che hanno portato dapprima al rapimento e poi all’uccisione del pacifista italiano.

26 marzo 2012