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"Cresce la pressione fiscale sulle famiglie già bastonate dal Covid"

Lecco (Lècch) - Nell’anno del Covid-19 le famiglie in povertà assoluta sono aumentate di 333 mila unità colpendo in particolare il Nord, e lo Stato ci ha messo del suo aumentando la pressione fiscale: lo denuncia il Consiglio nazionale dei commercialisti.

I dati snocciolati dai commercialisti fanno riflettere: dal 2011 il Pil è aumentato di 2,8 miliardi di euro, mentre la pressione fiscale delle famiglie è aumentata di 46 miliardi di euro: +2,8 punti di Pil rispetto a -1 punto di Pil di tutte le altre entrate fiscali. Nel periodo della pandemia, ben 333 mila famiglie settentrionali sono entrate nella fascia della povertà assoluta e la pressione fiscale sui nuclei famigliari, pari al 18,9%, è aumentata di 1 punto di Pil, mentre quella generale si è incrementata di 0,7 punti, arrivando al 43,1%.

Il 50% dell’incremento di pressione fiscale delle famiglie è imputabile all’Irpef e all’Imu. Dal 2011 il gettito erariale dell’Irpef è cresciuto di 11,7 miliardi di euro (+7,2%), quello dell’Imu è aumentato di 11,1 miliardi di euro facendo registrare l’incremento più elevato in termini percentuali pari, addirittura, al 120% L’Irpef, comprensiva delle addizionali locali, è aumentata di 17 miliardi di euro. Nello stesso periodo, il gettito erariale dell’Iva si è incrementato di soli 1,2 miliardi di euro.

"Da questa analisi – dichiara il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani – risulta evidente come che le famiglie italiane, su cui grava in definitiva il peso dell’Irpef, hanno pagato e continuano a pagare un conto salatissimo a causa degli squilibri macroeconomici e di finanza pubblica del nostro Paese. L’Irpef, la principale imposta italiana, includendo anche le addizionali locali, nel 2020 ha raggiunto il livello di 191 miliardi di euro, pari all’11,6% del Pil. Basti pensare che nel 2011, alla vigilia dello shock fiscale causato dalla crisi del debito sovrano, era pari al 10,5% del Pil e che, addirittura, nel 1995, prima dell’introduzione delle addizionali locali, si fermava all’8,4%. La riforma fiscale non può non farsi carico di questa problematica. Come più volte abbiamo sostenuto, il peso dell’Irpef grava soprattutto sui redditi del ceto medio ed è evidente come negli ultimi dieci anni il peso dell’Irpef su questa categoria di contribuenti sia aumentato a dismisura".

15 luglio 2021